LETTERE A MIA FIGLIA
MANUALE SULL'ALZHEIMER
di Giuseppe Alessio Nuzzo
MERCOLEDÌ 25 SETTEMBRE
ORE 20.00
BIGLIETTO € 4,00
A partire dal 21 settembre, data della Giornata Mondiale dell'Alzheimer, sarà in programmazione nei cinema di Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli come evento speciale il docufilm "Manuele sull'Alzheimer - Lettere a mia figlia" di Giuseppe Alessio Nuzzo con Leo Gullotta e le interviste a Marco Trabucchi, direttore Centro di Ricerca Geriatrica, Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia, e il medico Marco Predazzi
GENERE: Docufilm
ANNO: 2018 PAESE: Italia DURATA: 60 min.
REGIA: Giuseppe Alessio Nuzzo
ATTORI: Leo Gullotta, Diane Patierno, Viola Verlese
con le interviste a Marco Trabucchi, Garbiella
Salvini Porro, Marco Trabucchi
Un viaggio alla scoperta dell'unica cura all'Alzheimer, l'Amore, per approfondire la conoscenza attraverso la potenza delle immagini.
Da nord a sud, da ovest ad est, il regista Giuseppe Alessio Nuzzo per cinque anni viaggia, impara, osserva quella malattia che ha visto da vicino per tanto tempo ma che non conosceva, che non ha mai voluto conoscere.
Un vero manuale, diviso in quattro capitoli, in cui interviste a ricercatori, studiosi, medici, istituzioni ma anche operatori e pazienti si alternano alla fedele ricostruzione di finzione che ha come volto quello dell'attore Leo Gullotta.
Il docufilm è stato anticipato dall'omonimo cortometraggio pluripremiato in tutto il mondo, menzione speciale ai Nastri d'Argento, primo premio al Giffoni Film Festival e premio Ettore Scola alla Casa del Cinema di Roma.
NOTE DI REGIA
L'Amore.
Un sentimento che ha ispirato artisti, filosofi, cantanti, poeti, scrittori.
Un sentimento che può essere declinato in tanti modi.
Un sentimento che, però, quando lega un padre alla figlia restituisce le
sfumature più belle della stessa parola.
Il film nasce dall'esigenza di raccontare l'Amore, quello vero, anche quando una
malattia può minare l'essenza del sentimento stesso.
Ma l'Amore può e riesce a superare qualsiasi barriera anche quella atroce della
perdita della memoria, il dissolversi dei ricordi.
Un amore che oltrepassa i limiti imposti da una patologia che esiste ma si
nasconde, l' Alzheimer.
Raccontare attraverso le immagini di una malattia così delicata non è stato
facile; altrettanto complesso è stato ricercare le giuste testimoniante per la parte
del reale e coordinare le intenzioni degli attori per la parte di finzione al fine di
impressionare sulla pellicola emozioni e stati d'animo contrastanti: Amore e
dolore, coscienza ed incoscienza, perdita della memoria e ricordo.
Ho ritenuto necessario far trasparire sin dal primo montato il rispetto della dignità
della persona in quanto tale cercando collaborazione da parte di scienziati ed
esperti in materia nella stesura dello scipt e durante l'esplorazione del linguaggio
attraverso le immagini.
La macchina da presa racconta una storia estremamente delicata e attuale che
mira a far conoscere al grande pubblico la malattia senza però alcuna
presunzione di completezza scientifica.